Promuoviamo la gentilezza: lo facciamo perché è una dichiarazione di pace, rivolta prima di tutto a noi stessi. È un modo per dire e per dirci che possiamo avere fiducia. Non la fiducia che tutto andrà bene: la fiducia che comunque vada potremo imparare qualcosa. Potremo uscirne arricchiti. Potremo camminare con dignità nella nostra vita.

La gentilezza, una scelta che aiuta a vivere meglio

Se mi fermo a riflettere sulla gentilezza, mi accorgo che essere gentili è una scelta, una scelta che non tutti sanno compiere. 
Lo psicologo americano Wayne W. Dyer sintetizza questo concetto: “Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile”. 
Il filosofo Seneca affermava: “Ovunque ci sia un essere umano, vi è la possibilità di gentilezza”. 
Oggi, invece, l'aggressività, l'imporsi sull'altro, il voler avere ragione a tutti i costi la fanno da padrone. Bisognerebbe imparare ad essere gentili in ogni momento della giornata. Sarebbe un piccola rivoluzione personale agire con gentilezza. 

Come possiamo gestire le nostre emozioni? 
Se ci fermassimo a riflettere quando qualcuno ci ferisce o agisce male nei nostri confronti, impediremmo una reazione emotiva negativa, violenta o esagerata, che non risolve la situazione ma la amplifica in negativo. Non è cosa facile, perchè a vincere è sempre l'orgoglio. Bisogna imparare a gestire le emozioni. La vita sempre in corsa, la superficialità delle relazioni non sono d'aiuto. Dovremmo imparare a "perdere" il nostro tempo, i risultati sarebbero notevoli. 

Cosa possiamo fare di bello e buono? 
"Va dove ti porta il cuore" raccontava un bel libro di Susanna Tamaro. Non dobbiamo agire per il senso di colpa, si noterà. La gentilezza spontanea crea una catena di positività, di gioia. Piccoli gesti: far sedere una vecchietta sul bus, al nostro posto; aiutare una persona in difficoltà a portate la spesa... Anne Herbert e la sua filosofia del “praticare atti di gentilezza a caso e di bellezza senza senso”, ci insegna proprio questo. Ricevere un gesto gentile inatteso ci rende intimamente felici, e a nostra volta siamo portati a farne degli altri. 

Gentili si nasce o .... 
La gentilezza è un pò come gli addominali, è una questione di allenamento? Nel 2011 un’equipe di psicologi guidati dal professor Reut Avinum della israeliana Hebrew University ha fatto una grande scoperta: nel compiere un atto gentile verso il prossimo il gene AVPR1A rilascia nel nostro cervello neurotrasmettitori che producono una sensazione di benessere fisico. Questo è il gene dell’altruismo, che è nel nostro Dna. Questo gene però va allenato. La nostra è una società dell'immagine, della fretta e questo allenamento è necessario, per evitare di essere gentili solo nelle occasioni importanti. 

La comunicazione con rispetto 
Come si possono stabilire rapporti empatici e rispettosi verso gli altri? 
1. Mantenere una grande attenzione nei confronti dell’altro permette di bilanciare anche i bisogni; 2. E’ importante ascoltare, invece di limitarsi a sentire, utilizzando una comunicazione il più possibile chiara e coerente; 3. E'importante elaborare messaggi interiori positivi e praticare un sano egoismo; 4. E’ necessario agire sapendo che non si è soli e sforzarsi di non giudicare, non criticare, non mettersi in mostra o vantarsi; 5. Essere sinceri, costruttivi evitando le obiezioni negative, le rivendicazioni e le polemiche, aiuta a vivere meglio. ....

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